È una tradizione che arriva da molto lontano. Si dice che già 5000 anni fa ci si scambiava uova in primavera. I primi furono i Persiani seguiti da altri popoli antichi come gli Egizi. Secondo alcune credenze pagane e mitologiche del passato, il cielo e il pianeta erano considerati due emisferi che andavano a creare un unico uovo, mentre gli antichi Egizi consideravano l’uovo come il fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco). L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò nel Medioevo come regalo tra innamorati o come trofeo nei giochi e palii. Fu l’orafo Peter Carl Fabergé nel 1887, su commissione dello zar Alessandro III di Russia per la sua amata, ad adornare le uova con smalti e pietre preziose. Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco con all’interno un uovo d’oro che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d’oro ed una miniatura della corona imperiale. Il regalo piacque così tanto che ordinarono a Fabergé di preparare tutta una serie di uova da donare tutti gli anni. L’uovo inoltre, è da sempre uno dei simboli della festività cristiana della Pasqua perché simboleggia la risurrezione di Gesù perché assomiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta ad iniziare. La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, all’inizio erano semplici uova di gallina, poi si cominciarono a decorare. Riguardo alla nascita delle uova di cioccolato, c’è chi dice che fu Luigi XIV il primo a farle realizzare, ai primi del ’700. Nei primi dell’800, tra Germania e Francia, c’era l’usanza di scambiarsi uova di cioccolato pieno. L’avvio della produzione in serie di uova di cioccolato di John Cadbury è datata 1875, successivamente è nata l’usanza di inserire all’interno un piccolo dono (pare proprio in concomitanza con le preziosissime uova di Fabergé) . Alla produzione artigianale, negli anni si è affiancata quella commerciale, facendo diventare il gioco all’interno il vero protagonista a scapito, spesso, della qualità del cioccolato.